DISTURBI ALIMENTARI

“Sono inguardabile. Sono grassa, continuo a ingrassare, non sto facendo abbastanza per avere un corpo magro. Devo smetterla di mangiare.”
“Ho mangiato un biscotto, ho rovinato tutto. Tutti i miei sforzi sono stati inutili, ormai posso anche mangiarne altri tanto ormai è tutto da buttare e io faccio schifo.”
“Devo rimediare e mi merito una punizione per gli sgarri che ho fatto. Posso vomitare così non assimilo calorie e oggi posso uccidermi di sport per smaltire.”
“Non riesco a smettere di mangiare. Mi vergono, mi disgusto da sola.”
QUALI PROBLEMATICHE RIENTRANO NEI DISTURBI ALIMENTARI?
ANORESSIA NERVOSA
La caratteristica principale dell’anoressia nervosa è la rigida restrizione alimentare che la persona impone a sé stessa, finalizzata alla perdita di peso corporeo e causata da un‘intensa ed eccessiva paura di ingrassare.
Nonostante tale condotta conduca spesso al raggiungimento di un peso corporeo molto al di sotto del proprio peso forma, la persona continua a percepire il proprio corpo come gonfio e inadeguato, dimostrando la presenza di un’alterazione nel modo di percepire la propria immagine corporea e nel rapporto con il cibo.
BULIMIA NERVOSA
Anche nella bulimia nervosa è possibile constatare la presenza di un’autostima eccessivamente influenzata dal peso e dalle forme corporee ma, ad essere centrali nel disturbo, sono i ricorrenti episodi di abbuffate associati alla sensazione di perdere il controllo.
Queste condotte, lasciando nella persona un profondo senso di vergogna e disagio, conducono alla messa in atto di ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie finalizzate a bruciare le calorie introdotte nell’organismo a causa dell’abbuffata avvenuta. Tra le condotte compensatorie principali si trova l’induzione del vomito, l’uso di lassativi, l’eccessiva attività fisica e la restrizione alimentare.
BINGE EATING
Nel Binge Eating (disturbo da alimentazione incontrollata), similarmente a quanto accade nella bulimia nervosa, sono presenti ricorrenti episodi di abbuffata accompagnati da marcato disagio e vergogna per la propria condotta, considerata dalla persona come “disgustosa“.
In questo caso, i frequenti episodi di alimentazione incontrollata vengono utilizzati dalla persona con la finalità di gestire disfunzionalmente le proprie emozioni negative. Per questo motivo, in seguito all’abbuffata, non vengono messe in atto condotte compensatorie specifiche ma, piuttosto, viene nuovamente utilizzato il cibo come strumento per sanare la propria frustrazione, intensificando così il circolo vizioso del disturbo.
COSA FARE IN PRESENZA DI UN DISTURBO ALIMENTARE?

Affrontare il disturbo alimentare, per chi soffre di tale problematica, è altamente complesso a causa dell’alterata percezione corporea presente e dei vissuti di colpa, vergogna e disgusto provati nei confronti di sé stessi.
Per permettere alla persona che soffre di un disturbo alimentare di affrontare il problema e di giungere alla risoluzione dei sintomi è fondamentale intraprendere quanto prima un percorso di psicoterapia Cognitivo-Comportamentale.
La psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è riconosciuta, infatti, a livello internazionale come la terapia più efficace nel trattamento dei disturbi alimentari: attraverso un lavoro graduale di modificazione degli schemi cognitivi alla base del problema e di cambiamento delle condotte agite in seguito a determinati stimoli visivi ed emotivi, è possibile accompagnare la persona a riacquisire un rapporto più equilibrato con sé stessa, con il proprio corpo e con la propria immagine.
Per maggiori informazioni sull’efficacia della Terapia Cognitivo-Comportamentale, clicca qui e leggi le pubblicazioni scientifiche al riguardo.
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